Gaetano Scardocchia

Nasce a Campobasso il 7 marzo 1937, Gaetano Scardocchia è uno dei più grandi giornalisti italiani. Dopo la maturità al liceo “Mario Pagano” di Campobasso si iscrive all’Università La Sapienza di Roma e durante gli studi inizia la pratica giornalistica all’Agenzia Italia. Nel 1976, la sua inchiesta sul caso “Lockheed”, realizzata con i colleghi Giampaolo Pansa e Pierluigi Franz per il Corriere della Sera, produce un vero e proprio terremoto politico.
Nel corso della carriera lavora per quotidiani nazionali come il “Corriere della Sera”, “Il Giorno”, “La Repubblica” e “La Stampa”, per i quali diventa corrispondente da Bonn, Pechino e New York.
Per cinque anni, dal 1986 al 1990 è direttore del quotidiano La Stampa. Muore il 17 novembre 1993, stroncato da un infarto a soli 56 anni, a New York. Oggi, a Campobasso, una lapide ricorda la casa dove Scardocchia nacque in piazza Vittorio Emanuele II. A lui, inoltre, è intitolata una strada, nel quartiere Vazzieri, dove fino a qualche anno fa erano concentrati i licei cittadini.
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Dalle pagine de La Repubblica, il 18 novembre 1993, Vittorio Zucconi così ricordava Scardocchia:


“[…] Una personalità brusca e dolcissima, infastidita dalla stupidità del mondo eppure tollerante degli altri. L’uomo che si è accasciato ieri pomeriggio su un marciapiede di Manhattan, ucciso probabilmente da un infarto, era davvero il meglio di quello che la nostra professione di giornalisti italiani aveva saputo produrre. […] Non c’era nulla che questo molisano straordinario non sapesse fare benissimo. Non c’è nulla che non abbia fatto benissimo, e sempre con il patema d’animo di non riuscire ad essere all’altezza della misura che lui stesso si imponeva. In quest’epoca di giornalismo vanaglorioso e cialtrone, di schiaffi e di parolacce in televisione, Gaetano Scardocchia era l’eccezione. Era la testimonianza che si può essere grandi, importanti, rispettati anche senza distribuire spazzatura, anche senza avere amici politici, santi protettori, sponsor che tirano la volata. Per questo, ieri pomeriggio su un marciapiede di Manhattan non si è afflosciato soltanto un uomo, che già sarebbe una perdita terribile come per ogni uomo che muore, ma una persona onesta. Un giornalista onesto. Uno di quelli che ti rendono orgoglioso, per una volta, di essere insieme a un italiano e a un giornalista. E allora buonanotte, Gaetano, riposa tranquillo: il tuo ultimo fondo era bellissimo.”