Home » Storia e Personaggi » Amedeo Trivisonno
Le opere di più grosso impegno sono senza dubbio gli affreschi, eseguiti in tutto il corso della sua vita, con temi religiosi del Nuovo Testamento; dalla cattedrale di Isernia (1927) a quella di Campobasso (1933), dalle cappelle del convitto “Mario Pagano” di Campobasso (1936) alla chiesa di S. Maria del Monte sempre a Campobasso (1945), dalla chiesa parrocchiale di S. Giovanni in Galdo 1949, alla chiesa di S. Cristina a Sepino (1968), e ancora a Baranello, Cantalupo, Venafro, Colle D’Anchise, S. Giuliano del Sannio, Fossalto, S. Elia a Pianisi, oltre a tre affreschi realizzati in Egitto. Numerosi altri affreschi sono realizzati in chiese di altre regioni (Serracapriola, Cerignola, Benevento, Sassinoro, Castel di Sangro, Pollutri, San Marco in Lamis, ecc.). Sempre di argomento sacro sono i numerosi dipinti su tela (spesso di grandi dimensioni) per svariate chiese sia in Molise (Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso) che fuori regione (Morcone, Milano), e i dipinti su tavola (Sepino). Contemporaneamente si dedica anche a paesaggi, ritratti e nature morte. Dell’artista restano moltissimi fogli di prove grafiche (più di mille, tra studi, disegni preparatori, bozzetti e appunti) ed un diario nel quale registrava giornalmente le sue ricerche di nuovi materiali pittorici.
Quello che Trivisonno ricerca è un dato di veridicità estrema, di massima verosimiglianza, nelle sue opere è palese il recupero di iconografie e soluzioni compositive della pittura rinascimentale.
Amedeo Trivisonno non rinuncia alla realtà preferendo i volti segnati dei suoi compaesani a modelli astratti di bellezza.